Nonostante la posizione centrale, a ridosso del Colosseo, il colle Celio appare oggi un po’ defilato, dominato dalla vegetazione del parco di Villa Celimontana e dai viottoli ombrosi che si inerpicano sulle sue pendici. Luogo di “passaggio” obbligato e di collegamento tra i due poli cristiani di San Giovanni in Laterano e San Pietro in Vaticano, il colle fu però nell’antichità utilizzato come terreno privilegiato per la costruzione di templi cristiani. Molte di queste strutture si conservano: basti pensare alla chiesa-fortezza dei Santi Quattro Coronati, alla basilica di San Clemente, o alla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
In questa ricchezza di testimonianze cristiane antiche, spicca, sulla cima del colle, la chiesa di Santo Stefano Rotondo. La chiesa, dalle dimensioni gigantesche, si trova isolata all’interno di un’area verde, e la sua enorme mole rimane celata, rivelandosi in tutta la sua imponenza soltanto una volta entrati. Solo dall’interno è infatti possibile apprezzarne le dimensioni e la spazialità armonica, basata sulla forma circolare. Il tempio mescola infatti, in una struttura articolata, complessa e particolarmente suggestiva, le due piante centrali allora conosciute e usate a Roma: la croce greca e il mausoleo circolare. La chiesa, costruita nel V secolo, è dunque importante non solo per il fascino che ancora possiede, ma soprattutto come esempio dell’architettura paleocristiana della capitale.