Lo sapevate che il noto pittore francese Jean Auguste Dominique Ingres amava suonare il violino? Oppure che il famosissimo scrittore Victor Hugo aveva l’impulso di disegnare e riempiva pagine e pagine di paesaggi e castelli “romantici” anticipando l’automatismo, il collage e molte altre delle tecniche artistiche d’avanguardia? Avete mai visto gli schizzi erotico-ironici di Federico Fellini, i disegni di Nelson Mandela, i dipinti di David Lynch o un video girato dal drammaturgo irlandese Samuel Beckett?
L’intento di questa mostra, “Le violon d’Ingres”, ospitata nella magnifica cornice rinascimentale di Villa Medici al Pincio, è esattamente questo: mostrarci l’arte nascosta, la pratica artistica tenuta nel cassetto, di alcuni dei più famosi interpreti delle arti di Otto e Novecento.
La mostra apre una finestra sulla sfera dell’amatorialità di alcuni grandissimi artisti, e ci troviamo faccia a faccia con la loro produzione più “hobbystica” e “di serie b”. Una produzione spesso tenuta nascosta, confinata alle mura domestiche, taciuta, o addirittura sminuita e denigrata dagli autori stessi. Hugo definiva i suoi schizzi addirittura “delle specie di prove di disegno da me eseguite in momenti di fantasticherie al limite del cosciente”.
Ma si possono davvero definire “hobbystiche” e “di serie b” le opere di persone eccezionali solo perché non rientrano nella disciplina artistica che li ha resi celebri? O piuttosto, queste prove espressive collaterali partecipano dello stesso impeto e forza comunicativa di quelle più note?
Festina Lente cercherà di rispondere a questo ed altri interrogativi durante la visita guidata alla mostra “Le violin d’Ingres”, soffermandosi su alcuni autori-chiave presenti nell’esposizione per cogliere tutte le sfumature del loro mondo artistico parallelo.
La visita sarà realizzata con la collaborazione della ricercatrice in cinema, fotografia e televisione presso l’Università Roma Tre Ilaria de Pascalis.