Un eccezionale caso di continuità urbanistica: lo Stadio di Domiziano e Piazza Navona


sabato 28 aprile 2018

Un eccezionale caso di continuità urbanistica: lo Stadio di Domiziano e Piazza Navona

Tra gli sport praticati nell’antica Roma, oltre ai famosi ludi gladiatori, che si tenevano negli anfiteatri (come il Colosseo) e alle corse dei cavalli, organizzate nei circhi, si diffonde lentamente un altro tipo di sport: i giochi agonali. Si trattava di vere e proprie gare atletiche, performate da atleti professionisti. Si praticavano ad esempio la corsa, il salto in lungo e il lancio del disco, affiancate da discipline “corpo a corpo”, come la lotta e il pugilato.

Una struttura “nuova” per uno sport “nuovo”

Questa tipologia di sport, ereditata dai romani con la conquista della Grecia (II a. C.) non trova in realtà immediatamente il favore della popolazione: i romani preferivano infatti discipline più volente e sanguinose, e nonostante i giochi organizzati già da Marco Fulvio Nobiliore nel 186 a.C. e quelli sovvenzionati da Silla e da Augusto, i ludi agonali stentano a diffondersi nella Roma antica. Anche per questo, le strutture destinate ad ospitare i giochi sono sempre provvisorie, in legno.

È con la dinastia Flavia, già costruttrice del grandioso Colosseo, che si provvede ad erigere il primo impianto stabile destinato a questi giochi: lo stadio di Domiziano, inaugurato dall’imperatore omonimo nell’86 d.C.

Le tracce dello stadio: dalle murature superstiti alla continuità urbanistica

Alcune strutture dello stadio costruito dall’imperatore Domiziano sono riemerse negli anni ’30, in occasione dei lavori per l’apertura di Corso Rinascimento, e si trovano attualmente 4,5 metri al di sotto de livello stradale in piazza di Tor sanguigna.

Come era fatto uno stadio? Dobbiamo immaginare una struttura simile al circo massimo: un edificio allungato, con i due lati brevi uno curvo e uno rettilineo, costituito da due file di archi sovrapposti che servivano a sostenere la cavea, cioè le gradinate su cui sedevano gli spettatori. Al centro una pista vera e propria, sfornito però di spina (il muretto centrale) attorno al quale giravano i carri nelle gare del circo. Al di sotto di piazza Navona sono emerse numerose arcate in travertino, inclusa la grande arcata d’accesso del lato curvo, e alcuni dei muri radiali in mattoni, oltre ad alcune statue che decoravano le arcate.

I muri superstiti dello stadio non sono l’unico elemento che ci consente di osservare, ancora oggi, l’antico edificio: la sua forma allungata, infatti, è perfettamente conservata nel tracciato odierno di Piazza Navona, costituendo uno dei casi più eccezionali di continuità urbanistico-topografica di Roma.

La visita

Il nostro percorso partirà proprio dai sotterranei di Piazza Navona, cioè dalle antiche murature ancora visibili dello stadio, per comprenderne la forma, la struttura e l’utilizzo. Sarà possibile anche approfondire il tipo di giochi che si svolgevano all’interno dello stadio, e capire il ruolo e la considerazione di cui godevano gli atleti nell’antica Roma.

Infine, ci dirigeremo verso l’odierna Piazza Navona, per capire le varie fasi edilizie che hanno portato al conservarsi della pianta dello stadio nell’impianto viario della città moderna. Copriremo così un itinerario “fisico” e “storico”, in grado di collegare visivamente e concettualmente il passato e l’epoca contemporanea.

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