La lunga storia del Parco Regionale dell’Appia Antica: l’area archeologica di Capo di Bove


sabato 06 aprile 2019

La lunga storia del Parco Regionale dell’Appia Antica: l’area archeologica di Capo di Bove

La visita vuole ripercorrere le tappe storiche e le lotte politiche che hanno portato all’istituzione del Parco Regionale dell’Appia Antica, uno dei monumenti storici e naturali più sorprendenti di Roma. Istituito nel 1988 ed esteso su una superficie di oltre 4500 ettari, il parco ha faticato non poco a vedere la luce. Nonostante l’importanza eccezionale, le vicende della costituzione dell’ente sono state lunghe e travagliate, e sono state necessarie le battaglie e le attenzioni di numerosissimi archeologi, storici e intellettuali, come Italo Insolera (1929-2012) e soprattutto Antonio Cederna (1921-1996), per opporsi alla cementificazione selvaggia e all’abusivismo edilizio imperante nella zona.

Un museo piccino ma sempre attuale

La storia lunghissima della tutela di questo luogo speciale viene esposta in un suggestivo piccolo museo che si trova proprio lungo l’Appia antica: l’area archeologica di Capo di Bove. Il sito, acquistato nel 2002 dal Ministero dei beni e delle attività culturali tramite diritto di prelazione, e aperto al pubblico nel 2008, consta di una piccola area archeologica e di un antico fabbricato rurale.

L’area archeologica era probabilmente parte della tenuta del Pago Triopio, appartenente ad Erode Attico e della moglie Annia Regilla (II secolo d. C.), e comprende un piccolo complesso termale. L’edificio rurale, di epoca medievale e moderna, si imposta invece sulla cisterna romana che serviva per l’approvvigionamento delle piccole terme, ed è oggi trasformato in archivio e spazio museale.

Visitare le tre stanzette di questo sistema espositivo è una vera e propria immersione nel lungo e faticoso percorso che ha portato alla creazione del parco: ad esempio, vi si trovano documenti e antichi progetti, a partire da quelli stilati durante l’occupazione napoleonica di Roma ad opera di artisti notissimi quali Canova e Valadier, per finire con i dati aggiornati sull’abusivismo negli anni 2000. Ma soprattutto si possono osservare una serie di bellissime foto dell’Appia e della Campagna romana dall’800 ad oggi.

Una visita che ci porterà non solo alla scoperta di un luogo, ma anche di un lungo percorso politico ancora attuale, e che vuole ribadire l’importanza della difesa di questo spazio pubblico.

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