Il senso della Storia: Triumphs and Laments di William Kentridge


domenica 26 giugno 2016

Il senso della Storia: Triumphs and Laments di William Kentridge

A partire dal 21 aprile, data leggendaria del Natale di Roma, passeggiando sul lungo Tevere tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini si può osservare un murales lungo 550 metri (quanto il Circo Massimo!), che presenta una lunga serie di personaggi in bianco e nero alti fino a 7 metri.

Un nuovo capolavoro per il Tevere e per Roma

L’opera, dal forte impatto visivo, è il nuovo capolavoro di William Kentridge, artista sudafricano classe 1955 rinomato sulla scena internazionale, ed è stato realizzato grazie all’impegno dell’associazione Tevereterno e al contributo di centinaia di volontari. Si tratta di una delle prime creazioni site-specific dell’artista, nel senso che l’opera è profondamente connessa al luogo per cui è stata progettata: il murales, infatti, presenta una serie di personaggi e di episodi rappresentativi della storia di Roma, che divengono delle vere e proprie icone della città.

Dalla Roma imperiale fino alla seconda guerra mondiale e oltre, attraverso nessi logici che prescindono dalla cronologia e determinano accostamenti bizzarri e spiazzanti, i protagonisti della storia della capitale sfilano in bell’ordine sul muraglione.

La lupa, Apollo e Dafne di Bernini, la crocefissione di San Pietro, la morte di Pasolini… tutte queste rappresentazioni assumono il valore di simboli di Roma, e propongono una riflessione su come la città si autorappresenta.

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Una storia ambivalente

Ma gli episodi rappresentati da Kentridge, artista da sempre attento alla critica politica e sociale, non vengono scelti solo perché ben rappresentano la storia di Roma, ma anche perché si prestano a suggerire l’idea fondamentale dell’artista, cioè che durante la storia ogni episodio vittorioso (o che viene ricordato come vittorioso) nasconde sempre anche un lamento, una sofferenza.

Il rovescio della medaglia del trionfo (a partire dai trionfi nell’antica Roma ma arrivando fino allo sbarco degli alleati) è sempre una sconfitta. Da qui il titolo dell’opera, Triumphs and Laments, T&L, che campeggia all’inizio del muro.

La mia speranza è che, mentre le persone si troveranno a camminare lungo questi 500 metri, esse possano riconoscere immagini di una storia sia familiare ma anche reinterpretata. E questo rifletterà la maniera complessa nella quale la città si rappresenta… Cercando il senso della storia a partire dai suoi frammenti, troviamo un trionfo in una sconfitta e una sconfitta in un trionfo.
W. Kentridge

Passeggiando sulla riva opposta del fiume, cercheremo di riconoscere assieme i protagonisti e le scene rappresentate, e di capire il significato che l’artista gli attribuisce. Si tratta spesso di un significato ipotetico, congetturale, sul quale è bello discutere e confrontarsi collettivamente.

Kentridge riesce così ad ottenere uno degli effetti che si era auspicato: non solo quello di realizzare un’opera fortemente legata alla città e alle sue icone, ma anche quello di stimolare la memoria, la riflessione e il dibattito.

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