Alla ricerca del bello dove non c’è: le metamorfosi dell’area di Termini


sabato 13 gennaio 2018

Alla ricerca del bello dove non c’è: le metamorfosi dell’area di Termini

Festina Lente torna a concentrarsi sulle grandi metamorfosi urbane e sugli stravolgimenti urbanistici più importanti subiti dalla città: dopo i quartieri Ostiense e Marconi, vi propone una visita alla stazione più importante di Roma: Termini.

La stazione, con l’antistante Piazza dei Cinquecento, è il principale interscambio della città di Roma. Attraversata e utilizzata giornalmente da circa 480 000 persone, per motivi di transito o per fare shopping e acquisti, ben pochi sono i passanti e i passeggeri che si soffermano ad osservare la struttura o a riflettere sull’area di Termini.

Una evoluzione millenaria

La zona, in realtà, ha una storia antichissima, e l’aspetto odierno è il frutto di una evoluzione millenaria che ha lasciato segni evidenti. La visita si concentrerà sull’area e sui cambiamenti urbanistici che essa ha subito, per cercare di ricostruire le tappe storiche che hanno portato alla nascita della stazione come oggi la conosciamo.

Si partirà dall’epoca romana, ben ricordata dai 17 filari in blocchi di tufo di Grotta Oscura che componevano un tratto delle mura serviane, conservati a lato della grande facciata della stazione, passando per il Cinquecento, quando la zona fu occupata dalla meravigliosa villa costruita da Felice Peretti, per finire con la seconda metà dell’Ottocento, quando l’area cambiò completamente destinazione. Infatti, sotto la pressione di Francesco Saverio de Merode, vice ministro delle Armi dello Stato Pontificio e promotore di una grandiosa speculazione edilizia in tutta l’area compresa tra le Terme di Diocleziano e la zona di Via Nazionale, l’area venne selezionata per costruirvi il capolinea delle linee pontificie. La prima stazione fu inaugurata nel 1863, ospitava la linea Roma-Ceprano.

Una stazione “moderna”

Ma la storia di Termini non finisce qui: le necessità di una metropoli moderna portano all’ingrandimento della struttura iniziale, culminato con l’inaugurazione del nuovo edificio progettato da Angelo Mazzoni nel 1950. Ci sarà quindi modo di parlare della nascita e dell’evoluzione del progetto, dall’epoca fascista al secondo dopoguerra, per comprendere le nuove esigenze alla base della stazione ricostruita.

L’ultima parte della visita sarà quindi dedicata alla struttura attuale, partendo dalla modifiche architettoniche subite dal progetto originale, per concludere con la recentissima creazione di una hub ipermoderna, sede di numerosi negozi e attività commerciali.

Una bellezza che non esiste?

Cosa si osserva di “bello” nella zona di stazione Termini? Forse poco. Ma spesso, il bello nasce dal comprendere e dal capire le motivazioni di un cambiamento, un processo, una evoluzione… la visita alla stazione principale di Roma diviene quindi da un lato un’occasione per riscoprire il volto ormai scomparso della metropoli, dall’altro un modo per capire un po’ meglio la nostra città, aggiungendo un tassello a quel mosaico complesso e sempre cangiante che è il tessuto urbano.

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